Il Kaizen, è una parola giapponese che si traduce con “cambiamento” (Kai) e “migliore” (Zen), rappresenta uno dei concetti chiave nella filosofia del Lean Thinking. Ma qual’è il significato di Kaizen e perché si parla di filosofia kaizen?
Let’s unfold it!
Significato di kaizen: Che cosa si intende per miglioramento continuo
“Se non riesci a ottenere un miglioramento rilevante in tre giorni significa che stai sbagliando qualche cosa.”
Il Kaizen rappresenta un processo di miglioramento continuo caratterizzato da piccoli e costanti progressi dello stato attuale, i quali, accumulandosi gradualmente, conducono nel tempo a miglioramenti significativi.
Questa filosofia, introdotta inizialmente dalla Toyota e applicata oggi dalle aziende di maggior successo di tutto il mondo, trasforma radicalmente la cultura aziendale tradizionale.
La filosofia Kaizen rappresenta la consapevolezza che il percorso verso il miglioramento non ha mai una fine definita. È un riconoscimento che c’è sempre spazio per crescere e che il traguardo è la perfezione, anche se questa è irraggiungibile nella sua completezza. Abbracciare il miglioramento continuo significa superare l’idea della ‘via migliore’ (one best way*) coniata da Fredrick Taylor durante i primi tempi della produzione di massa (mass production). Invece di cercare di imitare un comportamento già predeterminato, il miglioramento continuo ci incoraggia a perseguire una costante evoluzione verso il meglio.
Molti di voi possono essersi imbattuti nel concetto di kaizen leggendo i molti best seller relativi al miglioramento personale che spesso traducono la filosofia kaizen con l’idea di ’effetto cumulato**.
A fine articolo vi lascio la lista di libri sul miglioramento personale che ho letto e che ho trovato più di impatto.
Ora invece, per la gioia di chi ha un approccio analitico come il mio, voglio lasciarvi con la famosa formula del successo che consente di dare una rappresentazione matematica al concetto di Kaizen:
Se miglioriamo ogni giorno di +1% (cioè +1,01) rispetto al giorno precedente la matematica ci dice che dopo un anno saremo quasi 38 volte migliori della situazione iniziale.
+1,01 365 = 37,78
Come dicevano i romani, Gutta cavat lapidem, letteralmente “la goccia perfora la pietra”.
Kaizen: strumenti a supporto del 5° principio lean
La parola Kaizen è entrata a far parte del linguaggio comune in ambito lean grazie a Maasaki Imai, consulente giapponese in gestione della qualità, autore del libro “Kaizen: The Key to Japan’s Competitive Success“, pubblicato nel 1986.
Il Kaizen è un punto cardine del lean system infatti fa parte dei 5 principi alla base del lean thinking, espresso come miglioramento continuo. Una volta assimilato il principio lean del kaizen scopriamo quali tecniche e strumenti sono spesso utilizzati per supportarlo.
Se avete tentato di apportare modifiche a un processo aziendale o a una vostra abitudine, avrete sperimentato la sfida di introdurre una nuova pratica e il costante rischio di tornare alle vecchie abitudini. Il cambiamento è un processo dinamico, o migliora o peggiora nel tempo, non può rimanere statico.
Immaginiamo di iniziare un programma di allenamento con 40 minuti di corsa a settimana. Quello che potrebbe sfuggire è che, in modo graduale ma significativo, allenandoci 40 minuti a settimana stiamo predisponendo il terreno per incrementare la nostra resistenza. La pratica continua di quei 40 minuti iniziali crea la base per portarli a 45 minuti nelle settimane successive, e successivamente a 50 minuti. Tuttavia, se per qualche ragione saltiamo alcune settimane di allenamento, stiamo effettivamente predisponendo il terreno opposto, arrivando a faticare a correre 30 minuti. Pertanto, è essenziale continuare a stabilizzare e migliorare costantemente questa gestione per preservare i benefici iniziali ottenuti, nel farlo costruiamo inevitabilmente le basi per raggiungere benefici ancora migliori.
Da questo semplice esempio possiamo dedurre due fondamentali pratiche e tecniche necessarie per applicare il kaizen:
- La necessità di un riferimento, un benchmark rispetto al quale miglioriamo. Se non so da dove parto non posso sapere se sto migliorando. Nel mondo dei processi questo ruolo cruciale si chiama standardizzazione e si compone da standard che rappresentano l’attuale migliore versione del processo (correre per 40 minuti).
- Il ciclo PDCA o ciclo di Deming. Per migliorare innanzitutto è necessario capire la situazione di partenza confrontandosi con gli standard attuali di quell’attività, pianificare un piano di azione per raggiungere il nuovo obiettivo e dopo averlo realizzato standardizzare il nuovo risultato raggiunto.
“Senza standard non c’è kaizen”
Taiichi Ohno.
Conclusione sul kaizen
In conclusione, il Kaizen rappresenta un concetto cruciale nella filosofia lean thinking, incentrata sul miglioramento continuo e sulla ricerca della perfezione attraverso piccoli passi e costanti avanzamenti.
Il miglioramento continuo (kai zen) essendo un principio può essere applicato in ogni ambito sia personale che professionale ed è alla base del successo delle più famose aziende o personaggi.
Il continuo miglioramento consente di sostenere gli sforzi già fatti per raggiungere lo stato attuale e di migliorare sempre più.
Buona fortuna!
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* One best way di Federick Taylor: la pratica diffusa agli inizi del Novecento con l’introduzione della mass production. Nell’applicazione di questa visione i “colletti bianchi” (funzione tempi e metodi) definivano a priori una modalità di realizzazione di un’attività che doveva essere ripetuta e imitata senza modifiche o senso critico dai “colletti blu” (operatori).
** Libri sulla crescita personale:
- “Effetto cumulativo. Come moltiplicare il proprio successo nella vita e nel lavoro“ – Darren Hardy
- “Atomic Habits. Piccole abitudini per grandi cambiamenti” – James Clear